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Alta Velocità dorsale Adriatica: de Pascale scrive ai Presidenti di Provincia, "Serve un'azione comune affinché questo investimento, da suggestione, diventi concretamente realtà"


Pubblichiamo la lettera inviata dal Presidente di UPI Michele de Pascale ai Presidenti di Regione, di Provincia e ai Sindaci interessati alla dorsale adriatica.

Caro Sindaco, Caro Presidente,

Il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo Dario Franceschini, in una recentissima intervista al Corriere della Sera, ha lanciato l’idea di mettere al centro del nuovo piano strategico degli investimenti per il nostro Paese la dorsale Adriatica, con un duplice progetto: ferrovia ad Alta velocità in parte su nuovo tracciato che segue le autostrade, e mobilità ciclabile nelle zone ad alto pregio ambientale e naturalistico.

L’idea è suggestiva e rompe un silenzio assordante sulle infrastrutture a servizio di questa parte del paese che, da molti decenni, sembra totalmente dimenticata, a vantaggio di tutto ciò che è invece avvenuto al di là dell’appennino e che ha profondamente cambiato il modo di spostarsi degli italiani.

Da Sindaco di Ravenna, città portuale e turistica, da tempo mi batto per il potenziamento dei collegamenti ferroviari e voglio raccogliere con entusiasmo questa sfida che può aprire una stagione di protagonismo, non solo per le città che si affacciano sull’Adriatico, ma per tutto il Paese in termini di connessioni con il mondo, sia con il nord e l’est europeo che con il Medio Oriente e la Cina. Sono comunità, le nostre, con lo sguardo da sempre rivolto ad est, che possono giocare un ruolo determinante per il rilancio del nostro paese, in termini sociali, culturali ed economici, sia nella logistica che nel turismo.

Parliamo di una linea nuova che congiunga Taranto a Trieste, passando per Bari, Pescara, Ancona, Pesaro, Rimini, Ravenna, Ferrara, Rovigo, Padova e Venezia.

Una linea che oggi rappresenta un grande limite, di portata e di velocità, ma anche una cesura violenta per molte comunità che si stanno ripensando in termini di mobilità leggera e di rigenerazione urbana.

Una linea che invece potrebbe cogliere l’occasione storica del cambio di orientamento che sta vivendo l’Unione Europea in termine al sostegno agli investimenti, e rappresentare uno dei grandi progetti infrastrutturali che usufruirà dei nuovi finanziamenti europei annunciati dalla Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen.

Un investimento di questa portata terrebbe insieme i tre obiettivi fondamentali che abbiamo davanti a noi: rilanciare gli investimenti con un impatto immediato su occupazione e lavoro; migliorare le nostre performance ambientali, spostando su ferro persone e merci; rendere più competitivo il nostro paese collegandone stabilmente i nodi produttivi e culturali.

Varrebbe per la portualità e la logistica connettendo i tre porti dell’alto Adriatico, Trieste, Venezia e Ravenna, che da tempo, non senza difficoltà, lavorano per la loro integrazione all’interno del NAPA (North Adriatic Ports Association) anche con gli scali del centrosud, con una sinergia fondamentale anche per il rilancio industriale del mezzogiorno.

Varrebbe a maggior ragione sul turismo dove campionesse assolute come Venezia, la riviera Romagnola, con Rimini in testa, o il Salento, potrebbero integrarsi a vicenda e beneficiare di una rete ricchissima di destinazioni balneari e culturali di altissimo valore ma con straordinari margini di crescita come la riviera marchigiana e abruzzese e con città d’arte come Ravenna, Ferrara e Padova.

Il dado è tratto, ed è stato lanciato direttamente da uno degli esponenti più autorevoli del Governo, ma non possiamo lasciare questo progetto solo alle istituzioni centrali, e dobbiamo farne una grande sfida collettiva delle comunità che si affacciano sul Mare Adriatico, con i loro Comuni, le loro Province e le loro Regioni.

Ti scrivo quindi per chiedere la tua disponibilità ad un’azione comune affinché questo investimento, da suggestione, diventi concretamente realtà. Facciamone un progetto trasversale, capace di superare i confini geografici ma anche quelli politici, garantendosi così la forza e la gittata di superare gli andamenti dei singoli Governi e cambiare la nostra storia.