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La Provincia di Taranto in difesa del vino Primitivo

Mozione approvata all'unanimità per tutelare i produttori locali dalla decisione della Regione Sicilia di autorizzare la coltivazione in loco.
Il Consiglio Provinciale di Taranto approva all'unanimità la mozione presentata dal consigliere provinciale, e sindaco di San Giorgio Ionico, Mino Fabbiano, a difesa del Primitivo di Manduria, dopo il via libera alla coltivazione del vitigno pugliese in Sicilia che sta preoccupando il comparto vitivinicolo pugliese e ionico in particolare.
Una decisione, quella assunta dalla Regione Sicilia, che consentirebbe non solo la coltivazione ma anche l’etichettatura e la presentazione di vini rossi prodotti nell'isola con la denominazione DOP e IGP "Primitivo".
Si tratta di un evidente minaccia all'unicità del Primitivo, un simbolo della Terra Ionica e della Puglia, dopo anni di sacrifici e investimenti da parte dei consorzi e delle associazioni di tutela del Primitivo di Manduria e di tutto il mondo agricolo della nostra Provincia, che ne hanno consentito l'affermazione e il successo nei mercati nazionali e internazionali.
Da qui la mobilitazione del massimo organo politico provinciale di mettere in campo qualsiasi iniziativa a tutela del vitigno simpolo della Terra Jonica, anche attraverso la verifica dei procedimenti amministrativi messi in campo dalla Regione Sicilia, che sembrano essere in contrasto con la normativa comunitaria e nazionale, che prevede l’accertamento ed il possesso di determinati requisiti affinché un territorio possa essere autorizzato alla coltivazione di una determinata varietà di vite per uve da vino ed in particolare un procedimento volto ad accertare il possesso delle caratteristiche vegeto-produtttive.
«Quando parliamo di Primitivo – commenta il Presidente della Provincia di Taranto Giovanni Gugliotti - non parliamo solo di un prodotto, ma parliamo di uno dei simboli della nostra provincia nel mondo, parliamo della nostra storia e della nostra cultura. Non si tratta, dunque, di difendere solo un vino di altissima qualità e il lavoro delle nostre aziende agricole, ma di tutelare l'identità della Terra Jonica. E la nostra Terra non si tocca!»