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Province, Variati: siamo senza soldi, servizi a rischio

“Se non cambieranno le cose restituiremo le Province allo Stato, in modo che se ne occupi direttamente: così la situazione non è più sostenibile”. A parlare così è Achille Variati, presidente dell’Upi (Unione Province Italiane) sindaco di Vicenza e presidente della Provincia del capoluogo veneto in quota PD. Dopo un taglio nel 2015 di 900 milioni ai bilanci delle Province, infatti, il governo ha già varato, con la Legge di Stabilità, tagli da un miliardo all’anno per il 2016 e il 2017. Ma così il sistema rischia di saltare, perché le mansioni che prima erano in capo alle province non sono ancora state trasferite alle regioni o allo Stato.

Presidente Variati, che impatto sta avendo la Legge Delrio sulle province?
Innanzitutto direi che lo spirito della Delrio – cioè trasformare le vecchie Province in una casa dei comuni, ovvero il luogo in cui l’ente intermedio, governato dai sindaci, gestisce quei servizi che non potrebbero mai essere gestiti comune per comune come ad esempio le strade provinciali, l’edilizia scolastica superiore, l’ambiente o l’assetto idrogeologico – è condiviso dalla stragrande maggioranza dei sindaci. L’aspetto negativo in questi primi mesi è che dopo la Delrio è intervenuta la Legge di Stabilità del 2015, che pone dei vincoli finanziari molto importanti perché impone alle province di dimagrire perdendo una serie di funzioni che dovrebbero tornare alle Regioni o allo Stato.

Quali sono queste competenze che dovrebbero essere trasferite?
I centri per l’impiego sono l’esempio più significativo; e non è ben chiara la questione della polizia provinciale, le cui funzioni andrebbero allo stato; le regioni si riprenderebbero le tante deleghe che sono state assegnate alle province in tema di turismo, cultura, agricoltura, ambiente.

Ma finché non avviene questo trasferimento, le province di che cosa si occupano? E come possono far fronte alle spese con un bilancio “mutilato”?
Attualmente, se la conversione del Dl Enti Locali e la prossima Stabilità non metterà una pezza, tutte le province saranno inevitabilmente destinate al dissesto finanziario. Questo perché i tagli sono reali, già avvenuti e ammontano a 900 milioni solo per quest’anno, mentre la stragrande maggioranza delle regioni non si è preso in carico le nuove mansioni, così come lo Stato. Stiamo pagando – in termini di costi del personale – tutte le funzioni di prima avendo avuto un taglio...

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