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Decreto Sblocca Cantieri: l’UPI in audizione in Senato

“Le procedure complesse per la realizzazione delle opere previste dal Codice degli Appalti; la mancata qualificazione e valorizzazione delle Stazioni Uniche Appaltanti; la necessità di rafforzare e reintegrare le professionalità tecniche specializzate; la tempistica lunga per il finanziamento delle opere.

Sono queste le maggiori criticità che bloccano gli investimenti degli Enti locali, e su cui ci auguriamo di ricevere risposte sia in questo decreto, che nel cosiddetto decreto crescita, l’altro pilastro della strategia introdotta dal Governo per accelerare la ripresa economica”.

Lo ha detto il Presidente della Provincia di Latina, Carlo Medici, intervendo in rappresentanza delle Province in audizione in Senato sul decreto sblocca cantieri.

“Non possiamo che esprimere il nostro apprezzamento per il recepimento di molte delle nostre proposte avanzate in sede di confronto preliminare – ha detto Medici – con particolare riferimento all’eliminazione dei limiti all’applicazione dello strumento dell’appalto integrato; al superamento dei limiti e vincoli in materia di subappalto; alla semplificazione delle procedure di progettazione per i contratti di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria che non prevedono il rinnovo o la sostituzione di parti strutturali.

Purtroppo, dobbiamo evidenziare che il provvedimento in esame, pur muovendo dall’obiettivo di semplificazione, non supera del tutto alcuni appesantimenti, non semplifica in modo complessivo le procedure dei contratti e non promuove né valorizza il partenariato pubblico-privato.

Infatti – ha sottolineato il Presidente di UPI – nel decreto non è stata presa alcuna vera decisione sulla qualificazione delle stazioni appaltanti e degli operatori economici che dovrebbe essere la via maestra per migliorare il sistema di gestione degli appalti e delle concessioni in Italia.

Occorre invece un’indicazione chiara del legislatore  attraverso la qualificazione delle stazioni appaltanti delle Province e delle Città metropolitane.

Così come è indispensabile procedere speditamente al rafforzamento delle strutture tecniche delle Province, necessarie per progettare, aggiudicare, realizzare gli appalti e monitorare i tempi di attuazione degli investimenti.

Si tratta di misure necessarie al rilancio dello sviluppo locale del Paese, perché le Province possono divenire un volano di investimento non solo relativamente alle funzioni di loro competenza, ma anche a supporto delle iniziative dei Comuni, per migliorare gli interventi, le prestazioni e i servizi di tutto il sistema del governo locale”

Il rappresentante UPI ha poi evidenziato le principali proposte di modifica delle Province  che si muovono lungo due direttrici: emendamenti tesi alla semplificazione delle procedure; emendamenti tesi a favorire l’apertura dei cantieri.

Tra le richieste prioritarie si evidenziano:

L’inserimento delle Stazioni Uniche Appaltanti provinciali e metropolitane nell’elenco di diritto delle stazioni appaltanti qualificate, per favorire il ricorso a queste strutture da parte dei Comuni e degli enti locali del loro territorio.

L’accelerazione delle procedure di assunzione delle 120 unità di personale tecnico qualificato, assegnato alle province dalla legge di bilancio 2019, prevedendo che siano le Province stesse ad assumere tale personale, al di fuori dei loro limiti assunzionali. Ciò permetterebbe di raggiungere, fin dal 2019, l’obiettivo del rafforzamento delle capacità amministrative in materia di progettazione, aggiudicazione e realizzazione dei lavori pubblici a livello locale.

L’abolizione dell’Albo ANAC dei Commissari gara per consentire alle stazioni appaltanti di procedere alla nomina di commissari secondo regole di competenza e trasparenza preventivamente individuate.

Il ripristino della possibilità di ricorrere alla procedura negoziata semplificata con consultazione di almeno quindici operatori economici per i lavori di importo pari o superiore a 200.000,00 euro e inferiore a 1.000.000 per snellire e semplificare le procedure di aggiudicazione.

Limitare l’applicazione del sistema di aggiudicazione al massimo ribasso, agli appalti inferiori alla soglia di 40.000 euro, in coerenza con gli indirizzi previsti dalla direttiva europea.

La semplificazione delle procedure di affidamento di interventi di edilizia scolastica, per accelerare la necessaria messa in sicurezza delle scuole consentendo il ricorso alla procedura negoziata anche per affidamenti di lavori di importo superiore a 200.000 di euro e fino alla soglia comunitaria, limitatamente al triennio 2019-2021.

La possibilità per Province e Città metropolitane di utilizzare le economie di gara che derivano dai ribassi d’asta degli interventi sulla viabilità provinciale previsti nel DM 49/2018.

L’ampliamento della possibilità di ricorso al soccorso istruttorio anche relativamente all’offerta tecnica ed economica quando le carenze siano formali e non sostanziali.