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Rapporto Comuni Ca Foscari: UPI accelerare riforma degli enti locali, de Pascale “Più forza per contrastare epidemia e rilanciare investimenti”

“L’emergenza della pandemia ha giustamente monopolizzato l’attenzione della politica nelle azioni di contrasto, ma durante i momenti di crisi per questo Paese è più facile rompere conservatorismi e mettere in campo processi di riforma. E’ il momento di portare a termine la revisione della riforma delle Province, su cui sta lavorando il Sottosegretario Variati, perché istituzioni più efficienti hanno anche armi migliori per contrastare la pandemia e per sostenere la ripresa economica con gli investimenti sui territori”. Lo ha detto il Presidente di UPI Michele de Pascale, intervenendo alla presentazione del Rapporto Ca’ Foscari sui Comuni, voluto dalla Viceministra all’Economia Laura Castelli.
“In questa fase di grande difficoltà – ha detto de Pascale – abbiamo trovato interlocutori attenti sia nella Viceministra Castelli che nel Sottosegretario Variati, e il Governo ha messo in campo strumenti che hanno aiutato Comuni e Province ha resistere alla crisi assicurando servizi essenziali ai cittadini. Ora occorre una nuova visione degli enti locali, che semplifichi i processi, snellisca le procedure e consenta di utilizzare a pieno e in rapidità le risorse a disposizione. Noi candidiamo le Province a svolgere il ruolo di ente di semplificazione e programmazione che progetta e appalta gli investimenti sul territorio, sia rispetto al patrimonio che ci è assegnato sia a sostegno dei Comuni. Anche perché, da quando il Governo e il Parlamento ci hanno messo di nuovo nelle condizioni di investire, abbiamo dato una spinta concreta all’apertura dei cantieri, e solo negli ultimi 9 mesi, in piena pandemia, abbiamo aumentato dell’11% gli investimenti. Però – ha concluso de Pascale – abbiamo bisogno di accelerare e concentrare la disponibilità di risorse: non possiamo avere nel bilancio dello Stato fondi a dieci anni. Bisogna garantire a Province e Comuni la disponibilità di fondi nell’immediato, concentrando le risorse disponibili nei prossimi tre anni. Lancio poi un appello: la PA non si può fermare. Quando puntiamo sullo smart working, dobbiamo specificare che questo deve avvenire ad invarianza di produttività, altrimenti il Paese si ferma”.