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DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTI DI BRINDISI Maurizio Bruno

Al momento non si comprende ancora quale sia il vero risultato cui si vuole pervenire con l’esecuzione della legge Delrio e delle disposizioni successive sino a quelle contenute nella legge di stabilità perché sono ancora da scrivere e da individuare le regole, i criteri e gli strumenti che possono portare al riordino delle Province. Il quadro normativo vigente deve fare i conti con la pressoché totale mancanza di risorse economiche conseguenti agli ingenti tagli di risorse che lo Stato ha già operato a carico della Provincia di Brindisi con la spending review ed oggi aggravati dagli ulteriori tagli imposti dalla legge di stabilità 2015. Tale situazione mette in serio pericolo la possibilità di esercitare le funzioni fondamentali stabilite dalla legge e quelle delegate dalla regione la quale, peraltro, non ha ancora precisato in modo chiaro quali siano le funzioni delegate e non ha ancora indicato le risorse da cui attingere per lo svolgimento delle funzioni medesime. Il D.D.L.R. n. 37 del 30 dicembre 2014 (che non ha tenuto conto della legge di stabilità 2015), infatti, non ha portato alcuna chiarezza nè ha individuato le risorse del bilancio regionale occorrenti per dare copertura finanziaria alle funzioni delegate. Il D.D.L.R. indica in modo generico (art. 2) le funzioni delegate e rinvia alla G.R. le incombenze “anche in riferimento alle coperture finanziarie”. La grave mancanza di risorse economiche annulla la possibilità di svolgere le funzioni attribuite alla provincia ed in particolar modo colpisce in modo irreversibile il mantenimento dei livelli occupazionali riferiti ai dipendenti della provincia per i quali la legge di stabilità 2015 ha imposto l’obbligo di rideterminare la dotazione organica in modo da ridurre nella misura del 50% la spesa relativa al personale di ruolo alla data di entrata in vigore della legge Delrio (8 aprile 2014). Ciò comporta che parte dei dipendenti della provincia (composta dal personale assegnato a funzioni non più svolte dalla Provincia o risultanti eccedenti rispetto agli effettivi carichi di lavoro collegati alle ridimensionate funzioni) dovrà essere dichiarata in esubero e, quindi, collocata in soprannumero per poi essere ricollocata, per due anni, in mobilità, prioritariamente, verso la Regione e gli enti locali ed in via subordinata verso le sedi periferiche delle Amministrazioni dello Stato sempre,  però, sulla base dei posti che dovessero risultare liberi dopo che Regione, Enti locali e Stato avranno immesso in ruolo i vincitori di concorso delle proprie graduatorie vigenti o approvate alla data di entrata in vigore della legge di stabilità 2015 (legge n. 190 del 23 dicembre 2014).

Resta particolarmente preoccupante il fatto che, sino a quando il personale dichiarato in soprannumero e posto in mobilità, non avrà effettivamente assunto servizio nella nuova sede di destinazione questo dovrà essere pagato dalla provincia cui le risorse sono già acquisite al bilancio dello Stato in relazione ai tagli stabiliti per l’anno 2015 e successivi. Ciò significa che è vicino il momento in cui non vi saranno più risorse cui attingere per poter corrispondere al personale il trattamento economico spettante. Al momento, pertanto, in mancanza di positive azioni da parte degli organi preposti ad attuare il riordino delle Province, già fortemente in ritardo rispetto ai tempi fissati dalla legge, vi sono notevoli difficoltà oltre che per corrispondere le retribuzioni ai dipendenti in forza alla Provincia anche per assicurare lo svolgimento dei compiti e delle funzioni connesse, fondamentali e delegate.

Problema connesso è quello che riguarda le società partecipate e, per la Provincia di Brindisi, la Soc. S. Teresa. I contratti sottoscritti con la partecipata verranno a scadenza il 30/04/2015 con l’effetto che, dopo quella data, essi non potranno essere più rinnovati se non per quei servizi rientranti nelle funzioni fondamentali e delegate con le immaginabili ripercussioni sui livelli occupazionali. A proposito delle società partecipate occorre constatare un sorta di disinteresse da parte dello Stato e da parte della Regione in particolare, in quanto, al di là della previsione di cui ai commi 611 e 612 dell’art. 1 della legge di stabilità 2015, il D.D.L.R. non fornisce elementi concreti per una disciplina della problematica e, soprattutto, non appare in linea con la legge di stabilità.

Il dato da rilevare è che non è più tempo per pensare o filosofeggiare. C’è bisogno, ora e senza ritardi, di trovare soluzioni concrete ai problemi evidenziati salvo che non si intenda lasciarli insoluti per ragioni che non appaiono. Giunge notizia che altre Regioni stiano già provvedendo in maniera chiara, responsabile e coraggiosa.