Al via il trasferimento delle funzioni delle province previsto dalla legge Delrio. In Conferenza Unificata è stato raggiunto l’accordo tra l’esecutivo e i rappresentanti delle autonomie sull’individuazione delle funzioni non fondamentali che le nuove province «light» (trasformate in enti di secondo livello dalla riforma Delrio) potranno cedere ad altri livelli di governo. Via libera anche al dpcm che stabilisce i criteri per individuare le risorse umane e finanziarie necessarie da trasferire agli enti che si sobbarcheranno le funzioni delle vecchie province. I tempi sono stretti. Entro 15 giorni dalla pubblicazione del dpcm in Gazzetta Ufficiale, le province (anche quelle destinate a trasformarsi in città metropolitane) dovranno procedere alla ricognizione dei beni e delle risorse connesse alle funzioni (fondamentali e non) svolte. Il monitoraggio dovrà essere comunicato alla regione di appartenenza e all’Osservatorio regionale istituito ad hoc a cui spetterà fare proposte per la riallocazione delle funzioni presso il livello di governo più adeguato. Tale organo avrà 15 giorni di tempo per avallare la ricognizione effettuata da ciascuna provincia e trasmetterla all’Osservatorio centrale, istituito presso palazzo Chigi e presieduto dal ministro per gli affari regionali.
Nella ricognizione delle risorse finanziarie, invece, si terrà conto dei dati di bilancio dell’ultimo triennio, dei dati forniti dalle province sulla spesa per ciascuna funzione e della necessità che agli enti subentranti siano attribuite le risorse già spettanti alle vecchie province. Nell’individuazione delle risorse,però, si legge nel dpcm, si terrà conto dei tagli del dl 66/2014 (444,5 milioni di euro per il 2014 che diventeranno 576,7 milioni nel 2015 e 585,7 milioni per ciascuno degli anni 2016 e 2017), ossia proprio i tagli che stanno mettendo in grave difficoltà le amministrazioni provinciali al punto da rendere impossibile la continuità nell’erogazione dei servizi.
Sul tema, come anticipato da ItaliaOggi il 9 settembre, è al lavoro un tavolo presso il Mef, coordinato dal sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta, che dovrebbe partorire un’ipotesi di riduzione dei tagli da inserire nella prossima legge di stabilità. Difficile, al momento, che si possa intervenire prima. (da Italia Oggi)