Scrivere un messaggio in occasione della GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE, è molto difficile, in agguato ci sono i luoghi comuni, le frasi di circostanza, gli slogan, la retorica, la demonizzazione dello Stato e della Pubblica Amministrazione. Anche se, a costo di apparire banali e scontate, non possiamo fare a meno di pensare che lo Stato siamo noi o -preferibilmente- lo Stato siamo pure noi. Pertanto, non è colpa solo dello Stato se ancora nel 2020 non è garantita una adeguata tutela in favore delle donne, in quanto diveniamo tutti personalmente e indistintamente toccati da questa triste realtà, ogni volta che di fronte alla violenza -sia essa di genere o meno- non abbiamo il coraggio di schierarci. Sì, perché la neutralità favorisce l’oppressore e mai la vittima; il silenzio aiuta il carnefice e mai chi soccombe. La violenza si nutre dell’ignoranza, non risponde a logiche politiche e non ristagna in un particolare ceto sociale. La
violenza riguarda tutti da vicino perché non ha età, etnia o nazionalità e si manifesta con la prepotenza e l’arroganza di chi arriva per distruggere.
Per opporsi alla violenza, allora, è necessario fare squadra, agire con lo spirito del gruppo, essere una comunità che condivide i medesimi obiettivi. Quale segnale della volontà di realizzare
un'azione di coordinamento tra i diversi attori del territorio che vengono in contatto con le donne che subiscono violenza o discriminazione, oggi queste poche righe vengono condivise dall'Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia di Brindisi e dal Comitato Pari Opportunità, in essere presso il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Brindisi.
L'Ufficio della Consigliera e il C.P.O. credono fortemente che mettere allo stesso tavolo Enti, Istituzioni e Associazioni, ciascuno nel rispetto dei propri ambiti normativi, consenta il confronto
concreto sulle attività attuate e da attuare; la conoscenza dei servizi disponibili sul territorio e la creazione di nuovi canali di comunicazione o strumenti di prevenzione e protezione, così da
migliorare le prassi di intervento a favore delle donne che subiscono violenza.
La violenza di genere è fatta di tante forme trasversali, più o meno visibili e subdole che ogni giorno logorano e consumano l’anima e il cuore di tutte le donne che ne sono vittime.
La Convenzione di Istanbul del 2011 riconosce la violenza sulle donne come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione. Dalla raccolta dei dati curata dall'Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (OSCAD) che è un organismo interforze PoliziaCarabinieri, si ricava che attualmente le forme di violenza sono così individuate: violenza fisica, violenza psicologica, stalking, mobbing, discriminazione nel luogo di lavoro, violenza economica, violenza domestica, violenza sessuale, violenza assistita, tratta delle donne e riduzione in schiavitù, prostituzione, pornografia minorile, turismo sessuale, sequestro di persona.
La liberazione delle donne passa necessariamente attraverso un fortissimo impegno di opposizione alla violenza che non può prescindere dalla diffusione della cultura della diversità e della
complementarietà, dell'appartenenza reciproca e non già del possesso.
La liberazione delle donne passa anche attraverso l’occupazione femminile che aiuta a partire da sé stesse, acquisire consapevolezza, autonomia economica e il potere di scegliere.
L'Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia e il C.P.O presso l'Ordine degli Avvocati di Brindisi sono accanto a tutte le donne, sono donne tra le donne e sono disponibili ad incontrare ogni
donna che si senta colpita nella propria dignità di essere umano.
Dire basta alla violenza si può e si deve e noi vogliamo farlo con le parole di Marisa, una donna di Firenze che ha avuto il coraggio di denunciare il marito dopo cinquant'anni di violenze, il coraggio
-come lei stessa dice- di non sprecare la vita: «State attente ai segnali, non sottovalutateli e non giustificateli. Certo, le persone possono cambiare ma non fatevi illusioni, chi è nato storto non
diventa dritto. Non fate l’errore di pensare: “Io lo cambierò, io lo salverò”; questa idea da infermiera del bene non porta da nessuna parte. E sopportare in nome dei figli è un tragico sbaglio:
non sono stata una buona madre a restare. Cosa impara un figlio di fronte alla violenza quotidiana?
E si smetta di usare quelle frasi terribili che provano a giustificare l’ossessione possessiva di certi uomini dicendo che è “troppo amore”. Non è amore, è solo egoismo, per la violenza non esistono
giustificazioni» (M. CALABRESI, Marisa, dire basta dopo 50 anni di violenza, in “Altre/Storie di Mario Calabresi”, 11.09.2020).
Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia di Brindisi, in persona dell'Avv.ta Maria Elisabetta Caputo e della Dott.ssa Anna Rita Bruno
Comitato Pari Opportunità presso l'Ordine degli Avvocati di Brindisi, in persona della Presidente Avv.ta Giovanna Corrado