“Stiamo vivendo un periodo storico sociale che assume giorno per giorno toni sempre più forti. Stiamo cercando di venire fuori dalla pandemia ma veniamo travolti da una tragedia che probabilmente avrà ripercussioni ancora più gravi. L’inizio del conflitto avrà, come è già evidente, un'incidenza negativa sull'economia mondiale ed europea in particolare. Per non parlare naturalmente delle perdite umane che ci rattristano profondamente. Sono palesi le conseguenze di uno dei momenti più gravi della nostra società sul costo della vita. Luce, gas e carburanti hanno subito un aumento esponenziale che si ripercuote di conseguenza su tutto il resto. I generi alimentari, la frutta, fiori, tutto ormai rischia di marcire nei depositi perché non c'è la capacità di distribuzione. Il guadagno non ne copre il costo. Non si può più tacere, non si può pensare che questa sia una condizione sostenibile. Insostenibile è infatti la situazione in cui ci si trova a lavorare ma anche a vivere. Con l’aumento dei costi energetici quasi un agricoltore italiano su tre (30%) è oggi costretto a ridurre la produzione di cibo. Una condizione che mette a rischio le forniture alimentari e, con esse, le necessità del Paese. La Provincia di Lecce è accanto alla Coldiretti a sostegno del settore agricolo”.
Questo il messaggio forte lanciato dal vice presidente della Provincia di Lecce Antonio Leo a Bari nell’ambito della manifestazione nazionale indetta da Coldiretti. Agricoltori, pescatori, agricoltori si sono mobilitati per accendere l’attenzione sulla difficile situazione economica che si sta vivendo.
“Sono preoccupanti i risvolti emersi dalla ricerca di Coldiretti su dati Ismea”, ha evidenziato Leo. “Per ogni euro speso dai consumatori, in prodotti alimentari freschi e trasformati, appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori. Un dato che assume aspetti ancora più gravi se si considerano i soli prodotti trasformati per i quali la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi”.
“Leggiamo ormai sui giornali di piccole e medie imprese che falliscono, che decidono di chiudere i battenti. Di grandi imprese che rinunciano alla distruzione perché non riescono più a sostenerne i costi. Dietro ci sono le famiglie dei lavoratori ma anche quelle dei consumatori. Le famiglie italiane sono allo stremo, con grandi difficoltà riescono a sostenere le spese di prima necessità”.
“È il momento di dare un cambio di rotta, un’inversione totale e ripartire pensando ai lavoratori in difficoltà, alle imprese, alle persone. Ad ogni azione, lo sappiamo, corrisponde una reazione. Oggi quella reazione è purtroppo una discesa verso uno stato di povertà trasversale a cui noi dobbiamo porre rimedio. Subito, conclude Antonio Leo”.