Il fabbisogno annuo per la manutenzione della rete stradale provinciale ammonta a 6,1 miliardi di euro: 1,7 per la manutenzione ordinaria e 4,4 per quella straordinaria. Ogni chilometro di provinciale richiede, in media, 46.000 euro l’anno, ma le risorse oggi stanziate non superano i 500 milioni, sufficienti alla manutenzione di poco più di 10.800 chilometri: l’8% della rete provinciale.
A dirlo è lo studio Fondazione Filippo Caracciolo di ACI “Il recupero dell’arretrato manutentorio della rete viaria secondaria: una priorità per il Paese”, presentato oggi a Genova, alla 73a Conferenza del Traffico e della Circolazione.
Ma c’è di più: secondo questo studio, infatti, investire in manutenzione i 5,6 miliardi di euro che mancano all’appello, frutterebbe il triplo, con un incremento dello 0,9% del PIL (pari a 16,2 miliardi) e una riduzione della disoccupazione fino al 4% (pari a 120.000 nuovi posti di lavoro).
“La rete provinciale – ha detto il Presidente dell’Upi Achille Variati intervenendo alla Conferenza – è il reticolo che tiene unito il Paese, e questa ricerca conferma quanto sia strategico non solo dal punto di vista sociale, ma anche economico. In Italia, quasi l’87% delle merci circola su strada. Strade sicure e moderne servono per far muovere l’economia, e se una strada è chiusa, è proprio l’economia a risentirne. Ricordiamo che le Province gestiscono quasi l’80% della rete viaria nazionale”.
Variati ha poi ricordato le richieste avanzate dall’UPI sulla legge di bilancio 2019 “che questo studio – ha detto – confermano pienamente: a partire dall’assegnazione chiara di 1,5 miliardi di risorse per la manutenzione e sicurezza di ponti, viadotti e gallerie di competenza di Province e Città metropolitane (300 milioni l’anno per 5 anni) anche sulla base di quanto emerso a seguito del monitoraggio richiesto dal Ministero delle Infrastrutture all’indomani della tragedia del Ponte Morandi, correttamente completato da tutte le Province. Anche perchè – ha sottolineato il Presidente – abbiamo progetti pronti e se arrivano le risorse, possiamo aprire da subito i cantieri”.
Secondo il monitoraggio UPI, infatti 5.931 sono le opere già sottoposte all’attenzione delle Province, su cui il quadro degli interventi necessari è chiaro. Di queste, 1.918 opere sono indicate in priorità 1. Necessitano cioè, di interventi urgenti e nel totale in priorità1: 802 interventi hanno già un livello di progettazione (129 con progettazione esecutiva, 61 con progettazione definitiva e 612 con progettazione in fase preliminare o di fattibilità).
“Ma servono anche figure specializzate – ha poi aggiunto – a partire da quelle da dedicare alle strutture tecniche necessarie per progettare, aggiudicare, realizzare gli appalti e monitorare i tempi di attuazione degli investimenti. Abbiamo bisogno di rafforzare gli uffici tecnici, lavori pubblici e di progettazione, mettendo a sistema il ciclo degli investimenti locali: progettazione, appalto, esecuzione, controllo tempistica, verifica dei lavori”.
Secondo l’Automobile CLUB la necessità di sanare il gap di manutenzione dei 132.000 chilometri di rete stradale provinciale deve essere consdierata “Una priorità per il Paese” .