Rinaldi “Positiva la costruzione di una dirigenza della Repubblica”
“La piena attuazione della riforma della PA passa attraverso la riforma di tutta la dirigenza e la costruzione di una dirigenza della Repubblica, che sappia passare da una logica ‘ente per ente’ ad una prospettiva della ‘amministrazione condivisa’. È una sfida che ritroviamo in questo provvedimento e che non possiamo che condividere”. Lo ha detto Giuseppe Rinaldi, Presidente della Provincia di Rieti, intervenuto oggi in rappresentanza della presidenza Upi nell’audizione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera sullo Schema di decreto legislativo di disciplina della dirigenza della Repubblica.
Rinaldi ha poi illustrato il documento con le richieste di modifiche depositato dall’Upi, a partire dal riconoscimento che la dirigenza della Repubblica si articola in tre ruoli distinti - per la dirigenza statale, regionale e locale - e alla valorizzazione degli accordi con gli enti locali per la definizione dei fabbisogni e dei requisiti dei dirigenti locali. L’Upi richiede che il meccanismo della disponibilità dei dirigenti, non sia lasciato alla responsabilità di ogni singola amministrazione, ma gestito attraverso un sistema di gestione nazionale che consenta di garantire la l’aggiornamento e la mobilità dei dirigenti. L’Upi infine chiede di valorizzare il ruolo del dirigente apicale che deve essere scelto nel ruolo dei dirigenti locali sulla base di precisi requisiti professionali e deve avere la responsabilità di guidare tutto l’apparato amministrativo.
“Ora che si è completato il processo di mobilità del personale provinciale – ha poi concluso Rinaldi - è necessario prevedere una norma che consenta ai nuovi Enti di Area Vasta di assumere il personale che è necessario a garantire le nuove funzioni di supporto ai Comuni e la continuità dei servizi. Nella mia Provincia colpita duramente dal sisma del 24 agosto scorso - ha voluto evidenziare il Presidente Rinaldi - abbiamo grandi difficoltà ad assicurare i servizi di messa in sicurezza e manutenzione di strade e scuole perché non abbiamo più quelle figure di tecnici specializzati di cui avremmo bisogno”.